“Non esiste alcun Paese che fornirà al mondo più aiuti e più assistenza di quanto faranno, in forme diverse, gli Stati Uniti. E questo vale anche per l'Italia. Noi continueremo ad aiutare l'Italia e a breve annunceremo altri interventi di assistenza diretta. Sarà un'azione molto significativa. Non credo che altri Stati saranno in grado di fare la stessa cosa. Mi piacerebbe che lo facessero. Noi vogliamo che arrivino molti soccorsi all'Italia. È la mia terra di origine, come si può notare dal mio cognome. E sono particolarmente affezionato all'Italia. È importante capire come potremo fare per ottenere il migliore risultato per i cittadini italiani. Non è solo un problema di relazioni bilaterali tra i nostri governi, non è solo una questione di messaggi e dichiarazioni, ma di misure concrete. Si stanno muovendo anche le organizzazioni non profit e le aziende private americane, con grande generosità. Gli italiani devono sapere che non solo il governo, ma tutti gli americani saranno al loro fianco in questa crisi e che faremo tutto ciò che sarà necessario per consentire all'economia italiana di riprendersi quando l'epidemia sarà finita”. Questo uno dei passaggi dell’intervista concessa al Corriere della Sera dal Segretario di Stato americano Mike Pompeo, che annuncia l’intenzione degli Stati Uniti di guidare “una coalizione globale” nella lotta contro il Covid-19. “Siamo pronti a collaborare con tutti i Paesi, compresa la Cina. Anche se Pechino deve garantire trasparenza sui dati del contagio e condividere le informazioni scientifiche. “Il mondo intero – afferma Pompeo - ha bisogno di trasparenza, di informazioni accurate e di dati. E ogni leader e ogni nazione che ostacola questo flusso rappresenta un pericolo che mette a rischio non solo le vite del proprio Paese, ma anche quelle degli altri Stati intorno al mondo. Questo è un problema che abbiamo anche oggi”. “Per quanto riguarda l'origine dell'epidemia, qualche settimana fa il presidente Trump ha messo in chiaro con le autorità cinesi che i militari americani non c'entrano nulla. Questo è un virus che ha avuto origine a Wuhan, in Cina. Noi abbiamo inviato un team di medici in Cina per lavorare insieme”. (9 APR / red)
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